Galleria Inflamable Lama

Cuzco, Perù 2007

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® Chad Anderson

Tengo fra le mani un teschio appena dissotterrato, la madre o il padre di qualcuno, un figlio o una figlia del vicino paesino di Maras. Viene rimosso per fare posto a qualcun’ altro; l’asino degli scavatori vaga fra le tombe mangiando fiori freschi caduti per terra. Che posto straordinario! Siamo ritornati in questo villaggio tre o quattro volte durante questa settimana. Un matrimonio, un battesimo, varie processioni e tanti balli ( ho scoperto che è meglio lasciare la danza alla gente del luogo). A volte, non riesco a fotografare, troppo colpito dalle belle scene di vita quotidiana che si dipanano davanti ai miei occhi…senza voler menzionare le cime delle Ande ricoperte di neve. E’ il mio terzo viaggio con Ernesto, il secondo in Perù, ognuno sempre meglio dei precedenti. Ritornerò il prossimo anno con Ernesto, se Dio vorrà, ma…penso che eviterò il piatto speciale di pollo del mercoledì sera. Chad Anderson

 

 

 



® Mina Navarrino

Non so molto di fotografia, ma mi piace.
Quello che mi ha colpito da subito del workshop con Ernesto è stata la sorprendente familiarità con le cose che Ernesto diceva nelle sue “lezioni inconsce” durante i tragitti in auto, le cene, i discorsi mentre rincorrevamo una situazione: quell’idea che trascende il mezzo espressivo in sé e che rende una foto non solo lo scatto di un momento, di una situazione e di un luogo particolari, ma che involontariamente rimanda a qualcos’altro. Quella “qualità universale” di cui Ernesto parla, che non puoi improvvisare e che non è solo l’attimo colto: o meglio è quel attimo, ma quel attimo si è costruito per sovrapposizione, è l’espressione totale di un approccio alla vita intimo e personale, di un accumulo di cose che trovano improvvisamente una loro naturale via di fuga. Personalmente è stata una ri-scoperta emozionante, nuova per la novità del mezzo tecnico (con cui devo prendere ancora confidenza!) e già conosciuta per averla assaporata in altre forme d’arte quali la musica, il cinema, la letteratura. Ora la sfida è crescere per comunicare queste emozioni, trasmettere la propria visione con quel qualcosa di personale che distingue ognuno di noi, e che passa anche attraverso l’educazione alla visione, il coraggio della selezione (è vero…togliere E’ aggiungere!), la curiosità, la pazienza e la voglia di conoscere. Mina Navarrino

 



® Simona Turin

 

 

 


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