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Tlacotalpan, Messico 2006

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® Gail Goodwin

 

 


 

® Giorgio Negro

“Pazienza” è la parola d’ordine. In fondo, siamo in Messico. Qui, a volte, la siesta sembra durare tutto il giorno. E’ una bella filosofia: se non c’è niente da fare, non si fa niente. Ma quando inizia la festa …. bè, allora è festa davvero !E questo vale anche per le fotografie. Momenti di stasi assoluta, torpore appiccicoso, tutti i soggetti fotogenici sembrano essersi nascosti ( … la siesta, appunto). Poi, l’esplosione. Balli sfrenati 24 ore su 24, corride, tori che corrono incazzatissimi a destra e a sinistra. Per non parlare delle processioni: due al giorno come minimo …

Ed il Luna Park, la nebbia al mattino, i bambini deliziosi e le chiese stracolme. Un’orgia (wow !) d’occasioni fotografiche che non sai più dove girarti.

Di colpo, di nuovo la calma. Ma dove sono finiti tutti? Il dito sul”grilletto” della Nikon rischia di irrigidirsi, di stancarsi invano. Meglio sedersi in un baretto della piazza centrale, bersi un caffé, anzi meglio una margarita. Aspettare, tenere gli occhi aperti, il cuore pronto a riconoscere e ad accogliere la magia della prossima, inevitabile, fotografia. Giorgio Negro

 

 

 


 

® Juan De la Cruz

Nuovamente un incontro con la vita, un altro appuntamento, quasi mortale, con il mostro. Ho resistito.

Ma nell’intimità dell’alba gli ho visto il volto, l’ho guardato negli occhi, entrambi, terribilmente belli. Sono stato divorato nuovamente da lui, ( mi sono lasciato ingoiare) – (sono diventato suo un’altra volta). Il cuore d’un anima gemella che si resiste a morire.

Non mi sta uccidendo il suo veleno, bensì l’idea mortale di non poter vedere più una stella sulla pelle. La fotografia continua ad essere un buon pretesto per continuare questo viaggio. Juan de la Cruz

 

 


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